Il Monte Pizzocolo ha un origine prettamente carsica.
Questa sua caratteristica ha sempre attratto numerosi speleologi che hanno nel tempo perlustrato e mappato un gran numero di grotte.
Qui di seguito potete trovare un elenco esemplicativo delle grotte già esplorate e opportunamente catalogate.
GEOLOGIA e GEOMORFOLOGIA
Il
territorio in esame è compreso nel
settore prealpino bresciano
orientale
, lo stile tettonico, nei termini litologici più competenti
(Corna), è rappresentato da estesi e diffusi settori in cui il
substrato roccioso si presenta intensamente fratturato (fasce
cataclastiche e milonitizzate), con conseguenti strutture dominate da
faglie e fratture. I terreni caratterizzati da una certa plasticità
(Concesio, Selcifero e Maiolica), al contrario, presentano uno stile
tettonico con pieghe accentuate, talora anche molto serrate.
La
sismicità del territorio compreso tra il lago d’Idro e il lago di
Garda indica la presenza di attività neotettonica lineare lungo le
superfici di discontinuità (faglie) e di neotettonica areale che
determina sollevamenti e/o abbassamenti differenziali. Viene di
seguito elencata la successione delle unità stratigrafiche presenti,
dal basso verso l'alto.
Calcare
di Zu
(Retico
inf. -medio): la formazione è costituita da calcari e calcari
marnosi per lo più compatti, talvolta nodulari, di colore
grigio-nocciola, marroncini o nerastri, a stratificazione da media a
massiccia, con rare intercalazioni di marne o argilliti scure.
Corna
(Retico
-Lias medio -Ca
nella
carta della pagina seguente, estratto della Carta
Geologica delle Prealpi Bresciane tra la Val Rende e il Monte
Pizzocolo
di
Baroni, Bissolati, Vercesi): si compone di calcari quasi puri, talora
dolomitizzati, compatti, bianchi, in potenti bancate a
stratificazione non sempre evidente. Tale unità può essere
interessata da diffusi fenomeni di dissoluzione chimica e frequenti
strutture carsiche evolute. Affiora estesamente sul Monte Pizzocolo e
sulle zone circostanti, soprattutto verso ovest, dove si notano
numerose strutture carsiche (inghiottitoi, doline, uvala, ecc.).
Medolo (Lias) Med : l' unità è costituita da calcari e calcari marnosi grigi per lo più chiari, in strati evidenti di spessore decimetrico con sottili interstrati di marne argillose grigio-verdastre. Frequentemente sono presenti liste e noduli di selce scura.
Nella parte sommitale del Pizzocolo vi è una notevole presenza di campi solcati piuttosto estesi e numerose aree a doline e inghiottitoi che segnalano un sistema carsico sicuramente complesso ed esteso. Attualmenete sono state accatastate dal Gruppo Grotte Brescia sul Pizzocolo 44 cavità di cui alcune a carattere prettamente verticale vicino alla cime e altre più modeste a sviluppo orizzontale.
MAMMALOFAUNA
Nell’ambito
dell’area del monte Pizzocolo, la classe dei Mammiferi occupa una
posizione di rilievo data in particolare dagli ungulati. Fra questi
si annovera la presenza del cervo (
Cervus
elaphus
)
e del capriolo (Capreolus
capreolus
),
specie autoctone in espansione lungo tutto l’arco prealpino
lombardo. Nel comprensorio del Monte Pizzocolo viene altresì
indicata la presenza del Muflone (Ovis
musimon
),
ungulato alloctono le cui colonie, nelle porzioni alpine e prealpine
del territorio regionale, sono state originate da immissioni operate
a partire dagli anni ’70 e tuttora in atto. Il cinghiale
(Sus
scrofa
),
i cui effettivi nella zona sono frutto di immissioni a scopo
venatorio,
è
presente nell'
area
in oggetto con densit
à
presumibilmente anomale vista anche l'al
ta
frequenza con la quale si rinvengono le caratteristiche gruffolate in
molte chiarie e ai margini delle aree boscate nella proprieà
Fra
i carnivori, vanno accennati i mustelidi come faina (
Martes
foina
),
martora (M.
martes
),
donnola (Mustela
nivalis
),
tasso (Meles
meles
)
e, fra i canidi, la volpe (Vulpes
vulpes
),
unico carnivoro cacciabile in Italia (L.N. 157/92). Ben rappresentato
è anche l’ordine dei roditori: è accertata la presenza dello
scoiattolo (Sciurus
vulgaris
),
del quercino (Eliomys
quercinus
),
del ghiro (Myoxus
glis
),
del moscardino (Muscardinus
avellanarius
)
del topo selvatico (Apodemus
sylvaticus
),
del topo selvatico collo giallo (A.
flavicollis
)
oltre che di specie ubiquitarie e sinantropiche quali il topolino
delle case (Mus
domesticu
s)
e il surmolotto (Rattus
norvegicus
).
La sopravvivenza della lepre comune (Lepus
europeus
),
unico rappresentante dei lagomorfi nell’area del monte Pizzocolo, è
legata soprattutto al mantenimento di biotopi colturali (seminativi,
prati polifiti, fasce ecotonali) ed è, presumibilmente, favorita
anche dai ripopolamenti effettuati al termine delle stagioni
venatorie.
Sebbene
il riccio europeo occidentale (
Erinaceus
europeus
)
sia l’unica specie di insettivoro segnalata in zona, non si esclude
che la non presenza di specie quali il toporagno comune (Sorex
araneus
),
il toporagno nano (S.
minutus
),
il toporagno alpino (S.
alpinus
),
la crocidura minore (Crocidura
suaveolens
)
e la crocidura dal ventre bianco (Crocidura
leucodon
),
sia imputabile a una carenza di rilevamenti. Altrettanto può dirsi
in merito alla distribuzione dei chirotteri sui rilievi dell’Alto
Garda ove la mancanza di dati potrebbe essere in parte dovuta alla
scarsità di studi specifici. Tuttavia, oltre a specie ritenute
comuni quali l’orecchione (Plecotus
auritus
)
e il pipistrello nano (Pipistrellus
pipistrellus
)
vengono date per presenti specie rare, vulnerabili e/o in declino per
la progressiva diminuzione degli ambienti favorevoli. Si tratta per
lo più di specie fitofile quali la nottola di Leisler (Nyctalus
leisleri
),
il pipistrello di Nathusius (Pipistrellus
nathusii
),
il vespertilio di Daubenton (Myotis
daubentonii
)
e il vespertilio di Natterer (M.
nattereri
).
La fauna ornitica del Monte Pizzocolo comprende specie strettamente legate ad ambienti silvani, specie generaliste di ambienti boschivi, di cespuglieti, di aree aperte (prati, pascoli, incolti e macereti) e specie sinantropiche. In questa trattazione si citeranno gli uccelli, passeriformi e non, presenti nell’area in questione secondo l’Atlante degli uccelli nidificanti della Provincia di Brescia e sulla base di alcune osservazioni personali. E' da sottolineare nel 1999 la Regione Lombardia ha predisposto, con il contributo dell'ERSAF, la riapertura dell'Osservatorio Ornitologico del Passo di Spino, con lo scopo di fornire un contributo scientifico sulla conoscenza della migrazione degli Uccelli in area alpina. Gli uccelli nidificanti vengono inclusi in tre categorie a seconda che la nidificazione sia ritenuta possibile (cat. X), probabile (cat. P) o certa (cat. C). La colonna “Lista rossa” si riferisce allo stato di conservazione delle specie in Italia seconda la lista rossa italiana (EN: in pericolo; LR: a più basso rischio; VU: vulnerabile; EX: estinta). Per “Categoria di tutela” si intende l’inserimento o meno della specie tra gli uccelli cacciabili nell’ambito del calendario venatorio nazionale nonché la collocazione delle stesse in classi di rischio secondo le categorie SPEC stilate da BirdLife International (le SPEC sono ordinate da 1 a 4, con stato sfavorevole di conservazione decrescente a livello europeo). Si fa riferimento inoltre all’inserimento delle stesse nelle liste previste dalle varie convenzioni internazionali, a cominciare da quelle ratificate in ambito di Unione Europea (es. Direttiva “Uccelli”).
L'antico calcare del Monte Pizzocolo - 2019